lunedì 28 settembre 2009

È ORA DI DIRE BASTA! BOICOTTARE ISRAELE

Boicottare permanentemente ed attivamente tutte le attività economiche, culturali e politiche del governo israeliano. Boicottare attivamente le aziende, gli enti italiani ed europei e le multinazionali che mantengono e sviluppano rapporti economici con lo stato sionista.
Dal 27 dicembre 2008 al 17 gennaio a Gaza, a seguito degli attacchi militari israeliani, vi sono stati più di 1400 morti, di cui più del 60% costituito da civili, fra i quali centinaia e centinaia di bambini. L’invasione da parte dell'esercito israeliano della striscia di Gaza costituisce l'ennesimo criminale attacco al popolo e al territorio palestinese. Questa operazione tende ad annientare la resistenza, il legittimo governo eletto dopo libere elezioni e le sue giuste rivendicazioni di indipendenza. Il governo israeliano, con la complicità oggettiva di Abu Mazen, vuole risolvere definitivamente la “questione palestinese”, annientando Hamas e tutte le organizzazioni resistenti. Il tutto con il pretesto che il governo di Hamas a Gaza metterebbe in pericolo l’integrità dello stato di Israele attraverso il lancio di razzi su alcune sue colonie.
È in atto un’operazione di pulizia etnica. Lo stato sionista sta cercando con ogni mezzo di creare condizioni di vita talmente insopportabili per i palestinesi da costringerli ad abbandonare la loro terra. Il vero scopo di Israele e del suo alleato USA è la dearabizzazione della Palestina. Il popolo palestinese è coraggioso, ma quanto ancora potrà resistere dopo 60 anni di umiliazioni, sconfitte, tradimenti, morti e distruzione? Il diritto internazionale e umanitario è dalla sua parte (oltre 100 risoluzioni ONU mai rispettate) eppure viene trattato sempre come un popolo di serie B che non merita l’appoggio della comunità internazionale.
La salvezza del popolo palestinese passa anche attraverso atti di solidarietà internazionalista che tutti noi dobbiamo sapere organizzare. Prendiamo le distanze dalle posizioni cosiddette “equidistanti” (l’equidistanza è complicità con Israele). Possiamo impedire che l’Italia abbia accordi commerciali con Israele? A breve termine certo no, ma si possono creare le condizioni perché questo avvenga in tempi ravvicinati. L’Italia è tra i 5 maggiori partner commerciali europei di Israele; le esportazioni italiane in Israele hanno raggiunto nuovi primati proprio nello scorso anno e anche le esportazioni israeliane verso l’Italia stanno crescendo.
Ecco perché di fronte a questo quadro drammatico si impongono scelte chiare anche per chi nel nostro paese intende contribuire concretamente al sostegno della resistenza e della causa palestinese, alla luce del grandioso successo della manifestazione nazionale del 17 scorso a Roma.
Usciamo dall’ambiguità e diciamo basta al ricatto morale dell'olocausto! Lo diciamo con la serenità di chi lotta da sempre con coerenza e determinazione contro i rigurgiti fascisti e nazisti: non abbiamo paura delle critiche scontate di una certa parte corrotta della società israeliana e di alcuni rappresentanti della comunità ebraica italiana. Non è più tollerabile il silenzio e la compiacenza verso i crimini israeliani.

Comitato catanese di Solidarietà con il popolo palestinese

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