lunedì 28 settembre 2009

NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO!

Le leggi 133 e 169 rappresentano un tentativo di distruggere definitivamente il sistema d’Istruzione pubblica italiano: circa 150.000 posti di lavoro tagliati nelle scuole primarie e secondarie, quasi un miliardo e mezzo di euro in meno alla didattica e alla ricerca universitarie, privatizzazioni, numeri chiusi e la certezza di tasse insostenibili. Si risparmia su un settore fondamentale per il futuro del nostro paese e si vuole creare un’università alla portata dei soli ricchi.
Un grande movimento ha detto “NO” a questo attacco senza precedenti al nostro futuro con cortei spontanei, occupazioni e assemblee. Non è che l’inizio! Non ci fermeremo fin quando queste leggi infami non saranno ritirate e non accetteremo alcun compromesso.
Siamo un movimento di studenti, ma non viviamo su un altro pianeta. Molti di noi vivono già una vita fatta di lavori precari e subiscono tutti i giorni lo smantellamento dello stato sociale in corso da almeno 20 anni. Basti pensare ad una cifra sola: in Italia, secondo una ricerca della Banca dei Regolamenti Internazionali, dal 1983 al 2005 i lavoratori hanno perso l’8% del Prodotto Interno Lordo, andati in maggiori profitti (che infatti sono saliti nel periodo dal 23% al 31% del totale). In termini assoluti, si tratta di cifre enormi: l’8% del PIL italiano è, infatti, pari a qualcosa come 120 miliardi di euro.
Oggi ci chiedono di fare ancora sacrifici! La scusa è rappresentata dalla crisi finanziaria internazionale, in realtà crisi dello stesso sistema capitalista: dopo decenni di speculazioni senza regole che hanno ingrassato i portafogli di pochissimi, ci vengono a dire che la crisi che hanno causato loro dobbiamo pagarla noi, gli studenti, i lavoratori, la stragrande maggioranza della popolazione che non arriva alla fine del mese.
Se l’attacco è globale, la risposta deve essere globale! L’attacco a scuola e università rappresenta solo un anello di una catena più grande: da anni si attaccano pensioni, sanità, lavoro, diritti, migranti, cultura… Giocano a tenerci separati per renderci più vulnerabili. A questo si risponde riunendo tutte le lotte in un unico fronte di lotta comune formato da quelli che la crisi non la vogliono più pagare: studenti, precari, disoccupati, migranti, pensionati, famiglie....
E’ arrivato il momento di dire basta! Lotteremo ad oltranza contro il progetto di ridurre la contrattazione nazionale a contrattazione individuale, contro la precarietà per la sicurezza di un lavoro stabile e ben pagato, con la stessa energia, la stessa rabbia, la stessa radicalità che caratterizza la nostra battaglia contro lo smantellamento dell’istruzione pubblica.

Movimento Studentesco Catanese
Contatti: www.movimentostudentescocatania.tk msc@inventati.org www.cittadellainlotta.splinder.com

Nessun commento:

Posta un commento