mercoledì 30 settembre 2009

La base NATO di Sigonella e i suoi effetti devastanti

Onde elettromagnetiche, residui radioattivi, cementificazione incontrollata, spese enormi dell’Italia

La quantità di informazioni da dare è molto vasta. Imposterò questo articolo in brevi paragrafi indipendenti l’uno dall’altro in modo da semplificare la lettura anche a chi non ha il tempo e/o la voglia di leggere tutto.

Voglio fin da ora dire che si tratta di informazioni davvero importanti e dal significato fondamentale per una vita cosciente nella nostra bella isola.
Informazioni sottovalutate da tutta la regione ma che descrivono gli enormi rischi ai quali ci sottopone il nostro stato e quello americano.

E iniziamo con una frase del giugno 2008 del ministro La Russa: -Faremo di Sigonella una delle più grandi basi di intelligence del mondo -

Cosa c’è nella base NATO di Sigonella: attualmente si trovano delle piste per l’atterraggio e il decollo di aeromobili (aerei ed elicotteri) da guerra. Mezzi quali i caccia bombardieri F-14 (ad esempio), i grandi elicotteri da guerra Apache, elicotteri e aerei per il trasporto di truppe e mezzi. Si trovano più di 4000 militari (4097 nel 2005) e si prevede saranno 4327 nel 2012. Si trovano armamenti di ogni genere (anche nucleari). Ricordiamo che nella base marina che si trova nel porto di Augusta transitano continuamente sottomarini a propulsione nucleare.

Cosa si prevede per il futuro? Sono numerosi i progetti: la costruzione a Niscemi di un sistema di antenne per lo spionaggio denominato MUOS (la descrizione più approfondita si rimanda a dopo); l’arrivo di 10 nuovi aerei telecomandati privi di pilota per lo spionaggio chiamati Global Hawks (si rimanda a dopo per altre informazioni); l’arrivo di 800 militari americani con le famiglie; la costruzione di nuovi villaggi per queste famiglie in zone di noto interesse paesaggistico e naturale.

Quali sono stati i pericoli fin ora causati dalle basi militari? Numerose le condizioni di pericolo per le popolazioni che vivono nei paesi vicini alla base (Augusta, Lentini, Palagonia, Motta Sant’Anastasia, Scordia, ecc. ecc.). Una serie di casi di leucemie e tumori –guarda caso l’incidenza più alta d’Italia- a Lentini dopo la caduta di un aereo militare USA zavorrato con uranio impoverito –sostanza altamente radioattiva-(precipitato nel 1984); è alta l'incidenza di tali casi specie nei bambini, tuttavia nessuno riesce o vuole dichiarare quali siano le cause e i fattori ambientali che provocano tali malattie (dato importante che i casi di leucemie sono iniziati nel ’94 a 10 anni dallo schianto dell’aereo, tempo caratteristico dell’uranio impoverito perché inizi a mostrare i suoi segni sugli umani). Numerosi sono stati nel tempo i casi di aerei ed elicotteri carichi di sostanze radioattive precipitati nelle nostre zone; ricordiamo che i sottomarini nucleari che stazionano ad Augusta hanno bisogno dell’uranio come fonte di energia e questo uranio da dove viene? Dalla base di Sigonella in elicottero! Senza di certo le protezioni che possono trovarsi in un reattore, sorvolando continuamente i nostri tetti. Infinita la lista di discariche abusive dove negli anni scorsi sono stati accumulati i residui bellici della base (io stesso a casa ho dei grandi tubi di plastica che erano usati per trasportare i missili!!!) di cui sconosciamo la natura; fatto sta che le nostre campagne sono state invase per anni da scorie di ogni tipo (e non si tratta solo di plastica ed amianto, ma di residui della costruzione e della messa in opera di esplosivi e quant’altro!)


Cos’è il MUOS? Il MUOS è un sistema di comunicazioni satellitari ultraforte che produce delle fortissime onde elettromagnetiche (onde UHF e EHF cioè Ultra ed Extremely High Frequency -onde ultra ed estremamente forti-) pericolosissime anche per la salute dell’uomo e di ogni forma di vita. Queste antenne interferiscono fortemente con i sistemi di controllo dell’aviazione civile e ciò vuol dire che non si ha idea di come si dovranno gestire i probabili danni causati da queste super onde elettromagnetiche al nostro aeroporto, il 3 d’Italia (basti pensare che al principio il MUOS doveva essere costruito a Sigonella ma lì avrebbe impedito le comunicazioni aeree e avrebbe potuto provocare la detonazione delle bombe presenti nell’area!). È fondamentale dire qualcosa sull’istallazione di questa immensa antenna: esistono altre 3 strutture identiche: in America (Norfolk), in una zona desolata del deserto australiano e nell’oceano pacifico (Wahiawa), tutte zone ben lontane dai grandi centri. In oltre è indispensabile dire che prima di proporre Niscemi per la costruzione di questa struttura, era stato proposto alla Spagna e alla Germania le quali hanno categoricamente rifiutato di ospitare questa tecnologia perchè pericolosa per l’uomo e anche per l’impossibile convivenza con gli aeroporti vicini. Così dove vengono a costruirla? A casa dei siciliani, noti per la loro ignoranza e per il disinteresse più totale ed infatti così è stato, stanno distruggendo le nostre campagne, i nostri campi e la nostra salute e noi non diciamo nulla!!!

Cosa sono gli aerei Global Hawks? Si tratta di velivoli dal peso di 13 tonnellate, senza pilota, densi di avanzatissime tecnologie (e quindi complessi e potenzialmente pericolosi per possibili malfunzionamenti) atti al controllo e allo spionaggio da grandi altitudini dei territori nemici con incredibile risoluzione delle immagini rubate. È uno strumento che porterà ad una forza ancora più schiacciante dell’America nei confronti dei paesi da colonizzare che verranno così schiacciati con minor sforzo. (Ricordiamo che oltre il MUOS e gli aerei spia Hawks verrà installato il sistema SIGINT –Signals Intelligence- per coordinare le informazioni e le comunicazioni estere, creando così dietro casa nostra il centro mondiale dello spionaggio americano!). In oltre è fondamentale dire che la presenza di questi aerei è assolutamente incompatibile con il traffico aereo sul nostro aeroporto di Fontanarossa la cui UNICA rotta passa esattamente sopra la base così ancora più affollata!

Cosa comporta l’arrivo di nuove truppe? La costruzione di nuovi villaggi! Ci mancavano anche i loro villaggi a deturpare le nostre zone già devastate dalla speculazione edilizia! E bene si, già ne esistono alcuni (villette a schiera orrende), ma vicino Niscemi il consiglio comunale ha cambiato le destinazioni d’uso dei terreni prima agricoli ora edificabili e hanno cambiato ben 2 piani regolatori in una sola notte per poter regalare agli americani le NOSTRE terre (in realtà, guarda caso di proprietà di Ciancio –monopolista della stampa di mezza Sicilia e di buona parte delle tv commerciali del sud Italia-), preparandosi a costruire in una zona di riserva naturale la nuova Gardaland del sud per i figli degli americani!

Conclusione: aggiungo poche cose ancora, vorrei ricordare che il 41% delle spese totali della base di Sigonella (come anche per la base marina di Augusta) è a carico dell’Italia! Ovvero con le nostre tasse anziché finanziare i servizi (scuole, ospedali e così via) finanziano le armi per uccidere migliaia di persone!!
Ricordiamo che tanti sono gli incidenti che rimangono segreti e che provocano dispersione di materiali fortemente pericolosi per noi e per i nostri figli!
In oltre è indispensabile sapere che l’esercito americano ha varato il cosiddetto piano Africom ovvero una più massiccia presenza americana nel continente africano. Ciò non attraverso la costruzione di basi nel paese da conquistare perché ciò potrebbe comportare reazioni dalle forti organizzazioni fondamentaliste, ma attraverso l’aumento ulteriore delle truppe nelle basi più vicine all’Africa (cioè Sigonella in primissimo luogo) pronte a rapidi trasferimenti nelle zone d’azione! Questo vuol dire che la nostra Sicilia nell’arco di pochi anni, senza che per il momento nessuno se ne renda conto, diventerà definitivamente una COLONIA AMERICANA DI GUERRA, MORTE E TERRORE!

IMPEGNAMOCI TUTTI PER DIFENDERE LA NOSTRA TERRA E LE TERRE SOTTOMESSE DALL'AMERICA!

NO AL COLONIALISMO AMERICANO!
NO ALLA SICILIA COME TERRA DI GUERRA E MORTE!
NO ALLA COMPLICITA’ CON UN PAESE ASSASSINO!
BASTA GUERRE ASSURDE CONTRO POPOLI OPPRESSI!


lunedì 28 settembre 2009

Retroscena di un funerale di Stato -Paolo Farinella -


Retroscena di un funerale di Stato
Sabato 26 Settembre 2009 23:06 Paolo Farinella.

Ricevo una comunicazione riservata da persona proveniente da «dentro» il sistema militare dei «corpi speciali» che mi ha fatto rabbrividire. A motivo del mio lavoro (terapia di sostegno), avevo intuito che molte cose non quadrassero, ma questa rivelazione mi ha sconcertato. Il berretto al bambino di due anni e la corsa dell'altro bambino alla bara del padre con la mano che si copre il volto (foto giornali perché non ho visto i funerali né ascoltato tg e rg) non sono frutto di spontaneità o gesti di mamme che cercano di proteggere i figli con «qualcosa» del padre (berretto e abbraccio).

Al contrario, sembra che tutto sia stato centellinato dall'équipe di sostegno psicologico che in questi giorni circondano i familiari con un cordone sanitario strettissimo. Mi dice il militare interlocutore che lo scopo di questo gruppo di sostegno non è aiutare le famiglie ad elaborare la morte e il lutto, ma impedire che facciano scenate o mettano in atto comportamento lesivi dell'onore dell'esercito.
La mia fonte asserisce che buona parte di questo personale non è specializzata in psicologia, ma è un corpo speciale che ha un obiettivo preciso: la gestione dei giorni successivi alla morte e il contenimento o meglio l'annullamento della rabbia, della contestazione e della disperazione conseguenti che potrebbero portare a comportamenti di indignazione verso l'esercito e le istituzioni.
Le tecniche quindi mirano ad adeguare il pensiero delle famiglie allo «status di eroe» del congiunto perché appaia «coerente» con la «nobiltà della missione» del morto che diventa anche la «missione della famiglia». Sarebbe una tragedia per l'immagine militare se mogli, madri, figli e fidanzate si mettessero a gridare contro l'esercito e il governo che li ha mandati a farsi ammazzare.
In questa logica si capisce la retorica dell'«eroe», l'insulsaggine del servizio alla Patria, il sacrificio per la Pace nel mondo e anche la lotta al terrorismo. Tutti sanno tutto e giocano a fare i burattini. Se le informazioni che ho ricevuto sono vere, e non posso dubitare della serietà della fonte, i funerali dei sei militari uccisi e tutta l'opera dei pupi presente a San Paolo, è stata un'operazione terribile, ancora peggiore degli attacchi dei talebani. Tutto è gestito per deviare il Paese, le Coscienze e la Verità. E' una strategia scientificamente codificata.
Il vescovo militare (generale di corpo di armata) non ha risparmiato parole grosse di encomio e di osanna al servizio che i militari fanno alla Pace e alla Democrazia. Una sviolinata che neppure La Russa è capace di fare. A lui si è unito il cardinale Angelo Bagnasco che ha detto:

«Non è esagerato parlare di strage, tanto più assurda se si pensa ai compiti assolti dalla forza internazionale che opera in quel Paese e allo stile da tutti apprezzato con cui si muove in particolare il contingente italiano. Non è un caso che questo lutto, com'era successo per la strage di Nassiriya, abbia toccato il cuore dei nostri connazionali, commossi dalla testimonianza di altruismo e di dedizione di questi giovani quasi tutti figli delle generose terre del nostro Sud. E per questo il nostro popolo si è stretto alle famiglie dei colpiti con una partecipazione corale al loro immane dolore. Anche noi ci uniamo ai sentimenti prontamente espressi dal Santo Padre» (21-09-2009).
(...)

Il pacchetto sicurezza: un altro passo verso il fascismo



Approvato dal governo Berlusconi il pacchetto sicurezza. Riportiamo brevemente i provvedimenti più significativi e rimandiamo a dopo i commenti e le considerazioni.
REATO DI CLANDESTINITÀ
Lo straniero illegalmente in Italia non rischia la reclusione ma un’ammenda da 5 mila a 10 mila euro e l’espulsione.
RONDE DI CITTADINI
I sindaci, previa intesa con il prefetto, possano avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini non armati per segnalare alle forze di polizia o locali eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana o situazioni di disagio sociale. Tra le associazioni di cittadini i sindaci si avvalgono «in via prioritaria» di quelle costituite da ex appartenenti alle Forze dell’ordine, alle Forze Armate e agli altri corpi dello Stato.
IMMIGRATI NEI CIE FINO A 6 MESI
La permanenza nei Cie, i centri di identificazione ed espulsione, degli immigrati clandestini, è prolungata dagli attuali 60 giorni a 180 giorni.
TASSA DI SOGGIORNO
Gli immigrati dovranno pagare un contributo di soggiorno che avrà un importo di un minimo di 80 euro e di un massimo di 200. Si pagherà per il rinnovo del permesso di soggiorno ma non se questo è per asilo e per la richiesta di asilo, per la protezione sussidiaria e per motivi umanitari.
POSTINI-SPIA
Gli agenti che si occupano dei servizi di money transfer acquisiscono e conservano per dieci anni il permesso di soggiorno dell’extracomunitario che richiede il trasferimento di denaro. In caso di mancanza di tale documento gli agenti denunciano lo straniero nel giro di 12 ore pena la cancellazione dall’elenco degli agenti in attività finanziaria.
NO ALL’ANAGRAFE PER FIGLI IRREGOLARI
Cancellata la norma sui presidi e sui medici spia, resta nel testo l’obbligo di esibire agli uffici della pubblica amministrazione il permesso di soggiorno non solo ai fini del rilascio di licenze, autorizzazioni, iscrizioni ed altri provvedimenti di interesse ma anche per i provvedimenti inerenti agli atti di stato civile o all’accesso ai pubblici servizi. Con questa norma, accusa l’opposizione, sarà impossibile per i figli dei clandestini essere iscritti all’anagrafe.
NORME ANTI-WRITERS Carcere fino a tre mesi e multa da mille a tremila euro per chi danneggia cose di interesse storico o artistico. Se il fatto è commesso su beni immobili o mezzi di trasporto pubblici la pena è la reclusione fino a sei mesi o la multa fino a mille euro.
CLOCHARD SCHEDATI viene istituito uno schedario di tutti coloro che non hanno fissa dimora
REATO DI OLTRAGGIO viene reintrodotta la fattispecie di reato, dopo che era stato abrogato nel 1999, che prevede fino a tre anni di carcere per chi offende l’onore e il prestigio di un agente o un pubblico ufficiale.


Questa serie di provvedimenti mira alla restrizione di qualsiasi libertà individuale a favore dell’istituzione di uno stato di polizia.
Risulta evidente che, cavalcando l’onda di paura che è stata spinta dai media –da sempre strumento dei governi che si succedono-, il pacchetto sicurezza, fatto approvare dall’attuale governo Berlusconi, mira alla formazione di uno stato fascista fondato sull’odio per chi non fa parte della ristretta cerchia di potenti e ricchi borghesi che controllano il capitale nazionale. Si mira ad indebolire le classi proletarie con l’obiettivo di poterle sfruttare e controllare .
L’istituzione delle ronde cittadine non è altro che la legittimazione di azioni xenofobe da sempre portate avanti dai fronti più estremisti di destra; si dà il diritto a chiunque di farsi giustizia autonomamente, si scavalca la magistratura e conseguentemente il diritto a un processo pseudo-democratico. Soprattutto le ronde sono il punto di partenza per la legalizzazione di squadre armate paramilitari come avviene in tutti i paesi fascisti dell’america latina e non solo.
Si obbligano i cittadini a denunciare gli stranieri irregolari, trasformando tutti in sporchi servi di uno stato razzista.
Mentre gli imprenditori italiani sfruttano gli immigrati con orari di lavoro e stipendi inverosimili, il governo ha instituito nuove tasse per il rinnovo del permesso di soggiorno rendendo ancora più insopportabile la permanenza nel nostro paese a chi guadagna 15 euro al giorno.
Impossibile non pensare all’impossibilità per dei genitori senza permesso di soggiorno di iscrivere il proprio bambino all’anagrafe. Ciò vuol dire che il figlio, senza nome, senza alcun documento che ne attesti la nascita, per lo stato NON ESISTE e deve quindi essere preso in affidamento dai servizi sociali per essere affidato a dei nuovi genitori.
Attualmente i clandestini, dopo esser stati espulsi dall’Italia vengono abbandonati in Libia senza acqua, cibo o denaro per tornare ai propri paesi. Si tratta di persone che dopo aver rinunciato alla propria casa, alla famiglia e alla dignità per raggiungere la speranza di un onesto lavoro in Europa, vengono lasciate morire nel deserto libico mentre tentano di tornare a piedi nel proprio paese. Questa è l’OSPITALITA’ dell’Europa unita.
È indispensabile ricordare che chi viene in Italia, fugge da paesi dove l’occidente ha portato la guerra per il petrolio, dove le multinazionali sfruttano le popolazioni distruggendo l’economia locale, dove le monocolture dei grandi produttori occidentali prima sfruttano la manodopera locale e le risorse naturali del terreno e poi abbandonano i territori ormai resi sterili e i lavoratori più poveri di prima.
Dobbiamo essere solidali con tutte le vittime del capitalismo e della globalizzazione che hanno portato esclusivamente al tracollo dell’economia mondiale e all’impoverimento delle popolazioni a favore di chi gestisce i capitali.
La parola d’ordine deve essere unità di tutti gli sfruttati del mondo!
Vogliamo:

L’immediato ritiro del pacchetto sicurezza a fronte di nuovi regolamenti che diano garanzie a tutti i migranti

La chiusura dei CIE (vere e proprie carceri)

La regolarizzazione di tutti gli immigrati

La deportazione nel deserto libico di tutti i politicanti coinvolti nell’attacco alle masse proletarie che si susseguono da parecchi anni

La Grecia BRUCIA



La profonda crisi che ha colpito il sistema capitalistico viene fatta pagare dalla borghesia ai proletari e alle masse popolari.
I padroni vogliono che le masse popolari si rassegnino a subire in silenzio. Quando i proletari si ribellano alla prospettiva della miseria e dello sfruttamento la borghesia ricorre alla repressione e all'assassinio legalizzato.
È la storia della repressione che ha insanguinato le piazze dell'Italia "democratica" negli ultimi 60 anni, è quanto sta accadendo in Grecia con il brutale assassinio di ANDREAS GRIGOROPOULOS, di 15 anni.
Ma stanno trovando pane per i loro denti!
Portiamo in piazza assieme alla condanna del governo reazionario di Berlusconi anche quella del suo omologo Karamanlis! Prima saranno cacciati per le loro malefatte, meglio sarà per i nostri popoli!
Il migliore omaggio che si possa fare ad un compagno caduto è quello di dare gambe solide e un percorso vincente alla lotta affinché il cambiamento sociale possa affermarsi!!
Per cambiare non bastano le idee se non si ha l'organizzazione che lotta per realizzarle. Ecco perchè ci battiamo per la ricostruzione del partito comunista!

PIATTAFORMA COMUNISTA
INFO: www.geocities.com/scintilla_mail/ teoriaeprassi@yahoo.it

se....hai la colpa di essere palestinese

Se non chiudi occhio da due settimane
perché il frastuono dei bombardamenti non cessa mai
se hai fame ma tutti i mercati sono chiusi e i negozi sono vuoti
se hai freddo ma non puoi chiudere le finestre della tua camera
per paura che si frantumino e ti feriscano
se sei malato ma non ci sono medicine e i letti d’ospedale sono pieni di feriti gravi
se non puoi andare a scuola perché è stata distrutta da una bomba “intelligente”
se non puoi fuggire dalla guerra perché abiti in una prigione a cielo aperto
se il mondo intero non sa cosa ti sta accadendo
se gridi la tua sofferenza ma nessuno può ascoltarti
se non sai quanti dei tuoi amici sono ancora vivi
se abiti al mare ma non ci sei mai potuto andare
se sei rimasto al buio ma non c’è elettricità
ne carburante per generatori
se hai sete ma non arriva acqua potabile
se non è rimasto un posto dove puoi sentirti sicuro
se cerchi tra i cumuli di macerie tuo figlio
che hai perso di vista per qualche minuto
se come regalo di natale ti hanno ucciso tua moglie o tuo marito
se i fuochi che hanno illuminato il cielo
di capodanno erano bombe al fosforo bianco
se non puoi pregare perché anche i luoghi di culto
sono considerati obiettivi militari
se la tua unica colpa è quella
di essere Palestinese

STAI VIVENDO A GAZA

È ORA DI DIRE BASTA! BOICOTTARE ISRAELE

Boicottare permanentemente ed attivamente tutte le attività economiche, culturali e politiche del governo israeliano. Boicottare attivamente le aziende, gli enti italiani ed europei e le multinazionali che mantengono e sviluppano rapporti economici con lo stato sionista.
Dal 27 dicembre 2008 al 17 gennaio a Gaza, a seguito degli attacchi militari israeliani, vi sono stati più di 1400 morti, di cui più del 60% costituito da civili, fra i quali centinaia e centinaia di bambini. L’invasione da parte dell'esercito israeliano della striscia di Gaza costituisce l'ennesimo criminale attacco al popolo e al territorio palestinese. Questa operazione tende ad annientare la resistenza, il legittimo governo eletto dopo libere elezioni e le sue giuste rivendicazioni di indipendenza. Il governo israeliano, con la complicità oggettiva di Abu Mazen, vuole risolvere definitivamente la “questione palestinese”, annientando Hamas e tutte le organizzazioni resistenti. Il tutto con il pretesto che il governo di Hamas a Gaza metterebbe in pericolo l’integrità dello stato di Israele attraverso il lancio di razzi su alcune sue colonie.
È in atto un’operazione di pulizia etnica. Lo stato sionista sta cercando con ogni mezzo di creare condizioni di vita talmente insopportabili per i palestinesi da costringerli ad abbandonare la loro terra. Il vero scopo di Israele e del suo alleato USA è la dearabizzazione della Palestina. Il popolo palestinese è coraggioso, ma quanto ancora potrà resistere dopo 60 anni di umiliazioni, sconfitte, tradimenti, morti e distruzione? Il diritto internazionale e umanitario è dalla sua parte (oltre 100 risoluzioni ONU mai rispettate) eppure viene trattato sempre come un popolo di serie B che non merita l’appoggio della comunità internazionale.
La salvezza del popolo palestinese passa anche attraverso atti di solidarietà internazionalista che tutti noi dobbiamo sapere organizzare. Prendiamo le distanze dalle posizioni cosiddette “equidistanti” (l’equidistanza è complicità con Israele). Possiamo impedire che l’Italia abbia accordi commerciali con Israele? A breve termine certo no, ma si possono creare le condizioni perché questo avvenga in tempi ravvicinati. L’Italia è tra i 5 maggiori partner commerciali europei di Israele; le esportazioni italiane in Israele hanno raggiunto nuovi primati proprio nello scorso anno e anche le esportazioni israeliane verso l’Italia stanno crescendo.
Ecco perché di fronte a questo quadro drammatico si impongono scelte chiare anche per chi nel nostro paese intende contribuire concretamente al sostegno della resistenza e della causa palestinese, alla luce del grandioso successo della manifestazione nazionale del 17 scorso a Roma.
Usciamo dall’ambiguità e diciamo basta al ricatto morale dell'olocausto! Lo diciamo con la serenità di chi lotta da sempre con coerenza e determinazione contro i rigurgiti fascisti e nazisti: non abbiamo paura delle critiche scontate di una certa parte corrotta della società israeliana e di alcuni rappresentanti della comunità ebraica italiana. Non è più tollerabile il silenzio e la compiacenza verso i crimini israeliani.

Comitato catanese di Solidarietà con il popolo palestinese

Elenco Risoluzioni ONU VIOLATE da ISRAELE

- Assemblea Generale risoluzione 194 (1947): profughi palestinesi hanno il diritto di tornare alle loro case in Israele;
- Risoluzione 106 (1955): Condanna Israele per l'attacco a Gaza;
- Risoluzione 111 (1956): condanna Israele per l'attacco alla Siria, che ha ucciso cinquanta-sei persone;
- Risoluzione 127 (1958): raccomanda a Israele di sospendere la sua zona "no man" (di nessuno) a Gerusalemme;
- Risoluzione 162 (1961): chiede a Israele di rispettare le decisioni delle Nazioni Unite;
- Risoluzione 171 (1962): indica brutali violazioni del diritto internazionale da parte di Israele nel suo attacco alla Siria;
- Risoluzione 228 (1966): censura Israele per il suo attacco a Samu in Cisgiordania, allora sotto il controllo giordano;
- Risoluzione 237 (1967): chiede con urgenza a Israele di consentire il ritorno dei profughi palestinesi;
- Risoluzione 242 (1967): l'occupazione israeliana della Palestina è illegale;
- Risoluzione 248 (1968): condanna Israele per il suo attacco massiccio su Karameh in Giordania;
- Risoluzione 250 (1968): chiede a Israele di astenersi dal dispiegamento militare (parata) a Gerusalemme;
- Risoluzione 251 (1968): deplora profondamente il dispiegamento militare (parata) israeliano a Gerusalemme, in spregio della risoluzione 250;
- Risoluzione 252 (1968): dichiara nulli gli atti di Israele volti a unificare Gerusalemme come capitale ebraica;
- Risoluzione 256 (1968): condanna del raid israeliano sulla Giordania e delle palesi violazioni del diritto internazionale;
- Risoluzione 259 (1968): deplora il rifiuto di Israele di accettare la missione delle Nazioni Unite per valutare l'occupazione dei territori;
- Risoluzione 262 (1968): condanna Israele per l'attacco sull'aeroporto di Beirut;
- Risoluzione 265 (1969): condanna Israele per gli attacchi aerei di Salt in Giordania;
- Risoluzione 267 (1969): censura Israele per gli atti amministrativi atti a modificare lo status di Gerusalemme;
- Risoluzione 270 (1969): condanna Israele per gli attacchi aerei sui villaggi nel sud del Libano;
- Risoluzione 271 (1969): condanna Israele per la mancata esecuzione delle risoluzioni delle Nazioni Unite su Gerusalemme;
- Risoluzione 279 (1970): chiede il ritiro delle forze israeliane dal Libano;
- Risoluzione 280 (1970): condanna gli attacchi israeliani contro il Libano;
-Risoluzione 285 (1970): richiesta dell'immediato ritiro israeliano dal Libano;
- Risoluzione 298 (1971): deplora il cambiamento dello status di Gerusalemme ad opera di Israele;
- Risoluzione 313 (1972): chiede ad Israele di fermare gli attacchi contro il Libano;
- Risoluzione 316 (1972): condanna Israele per i ripetuti attacchi sul Libano;
- Risoluzione 317 (1972): deplora il rifiuto di Israele di ritirarsi dagli attacchi;
- Risoluzione 332 (1973): condanna di Israele ripetuti attacchi contro il Libano;
- Risoluzione 337 (1973): condanna Israele per aver violato la sovranità del Libano;
- Risoluzione 347 (1974): condanna gli attacchi israeliani sul Libano;
- Assemblea Generale risoluzione 3236 (1974): sancisce i diritti inalienabili del popolo palestinese in Palestina all'autodeterminazione senza interferenze esterne, all'indipendenza e alla sovranità nazionale;
- Risoluzione 425 (1978): chiede a Israele di ritirare le sue forze dal Libano;
- Risoluzione 427 (1978): chiede a Israele di completare il suo ritiro dal Libano;
- Risoluzione 444 (1979): si rammarica della mancanza di cooperazione con le forze di pace delle Nazioni Unite da parte di Israele;
- Risoluzione 446 (1979): stabilisce che gli insediamenti israeliani sono un grave ostacolo per la pace e chiede a Israele di rispettare la Quarta Convenzione di Ginevra;
- Risoluzione 450 (1979): chiede a Israele di smettere di attaccare il Libano;
- Risoluzione 452 (1979): chiede a Israele di cessare la costruzione di insediamenti nei territori occupati;
- Risoluzione 465 (1980): deplora gli insediamenti di Israele e chiede a tutti gli Stati membri di non dare assistenza agli insediamenti in programma;
- Risoluzione 467 (1980): deplora vivamente l'intervento militare di Israele in Libano;
- Risoluzione 468 (1980): chiede a Israele di annullare le espulsioni illegali di due sindaci palestinesi e di un giudice, e di facilitare il loro rientro;
- Risoluzione 469 (1980): deplora vivamente la mancata osservanza da parte di Israele dell'ordine del Consiglio di non deportare i palestinesi;
- Risoluzione 471 (1980): esprime profonda preoccupazione per il mancato rispetto della Quarta Convenzione di Ginevra da parte di Israele;
- Risoluzione 476 (1980): ribadisce che la richiesta di Gerusalemme da parte di Israele è nulla;
- Risoluzione 478 (1980): censura Israele, nei termini più energici, per la sua pretesa di porre Gerusalemme sotto la propria legge fondamentale;
- Risoluzione 484 (1980): dichiara imperativamente che Israele rilasci i due sindaci palestinesi deportati;
- Risoluzione 487 (1981): condanna con forza Israele per il suo attacco contro l'impianto per la produzione di energia nucleare in Iraq;
- Risoluzione 497 (1981): dichiara che l'annessione israeliana del Golan siriano è nulla e chiede che Israele revochi immediatamente la sua decisione;
- Risoluzione 498 (1981): chiede a Israele di ritirarsi dal Libano;
- Risoluzione 501 (1982): chiede a Israele di fermare gli attacchi contro il Libano e di ritirare le sue truppe;
- Risoluzione 509 (1982): chiede ad Israele di ritirare immediatamente e incondizionatamente le sue forze dal Libano;
- Risoluzione 515 (1982): chiede ad Israele di allentare l'assedio di Beirut e di consentire l'ingresso di approvvigionamenti alimentari;
- Risoluzione 517 (1982): censura Israele per non obbedire alle risoluzioni ONU e gli chiede di ritirare le sue forze dal Libano;
- Risoluzione 518 (1982): chiede che Israele cooperi pienamente con le forze delle Nazioni Unite in Libano;
- Risoluzione 520 (1982): condanna l'attacco di Israele a Beirut Ovest;
- Risoluzione 573 (1985): condanna vigorosamente Israele per i bombardamenti in Tunisia durante l'attacco alla sede dell'OLP;
- Risoluzione 587 (1986): prende atto della precedente richiesta a Israele di ritirare le sue forze dal Libano ed esorta tutte le parti a ritirarsi;
- Risoluzione 592 (1986): deplora vivamente l'uccisione di studenti palestinesi all'università di Bir Zeit ad opera di truppe israeliane;
- Risoluzione 605 (1987): deplora vivamente le politiche e le prassi israeliane che negano i diritti umani dei palestinesi;
- Risoluzione 607 (1988): chiede ad Israele di non espellere i palestinesi e di rispettare la Quarta Convenzione di Ginevra;
- Risoluzione 608 (1988): si rammarica profondamente del fatto che Israele ha sfidato le Nazioni Unite e deportato civili palestinesi;
- Risoluzione 636 (1989): si rammarica profondamente della deportazione di civili palestinesi ad opera di Israele;
- Risoluzione 641 (1989): continua a deplorare la deportazione israeliana dei palestinesi;
- Risoluzione 672 (1990): condanna Israele per le violenze contro i Palestinesi a Haram Al-Sharif/Temple Monte;
- Risoluzione 673 (1990): deplora il rifiuto israeliano a cooperare con le Nazioni Unite;
- Risoluzione 681 (1990): deplora la ripresa israeliana della deportazione dei palestinesi;
- Risoluzione 694 (1991): si rammarica della deportazione dei palestinesi e chiede ad Israele di garantire la loro sicurezza e il ritorno immediato;
- Risoluzione 726 (1992): condanna fermamente la deportazione dei palestinesi ad opera di Israele;
- Risoluzione 799 (1992): condanna fermamente la deportazione di 413 palestinesi e chiede ad Israele il loro immediato ritorno;
- Risoluzione 1397 (2002): afferma una visione di una regione in cui due Stati, Israele e Palestina, vivono fianco a fianco all'interno di frontiere sicure e riconosciute;
- La risoluzione dell'Assemblea generale ES-10/15 (2004): dichiara che il muro costruito all'interno dei territori occupati è contrario al diritto internazionale e chiede a Israele di demolirlo.

dal sito: www.perilbenecomune.net
diffusione a cura del Comitato catanese di solidarietà con il popolo palestinese

Parere della fac. di Sc. Biologiche sulla legge 133

Assemblea 5 – Novembre 2008


La Facoltà di Scienze MM., FF. e NN. considerato l’evolversi della situazione universitaria alla luce dei recenti provvedimenti legislativi, facendo riferimento anche alla realtà locale, coglie l’occasione per affermare la centralità dell’istituzione Universitaria per quanto riguarda la Formazione e la Ricerca.

La Facoltà ritiene che lo Stato deve garantire l’esistenza di una Università pubblica, libera, autonoma ed indipendente da condizionamenti politici e di mercato. Con riferimento a ciò ritiene che la Facoltà di trasformazione in fondazioni delle Università come delineata con il d.l. 112 convertito in legge 133 del 6.8.2008 mentre costituisce un gravissimo attentato all’autonomia ed indipendenza delle Università pone i presupposti per un sostanziale aumento dei costi dell’istruzione universitaria sopportati dai cittadini con conseguente forte pregiudizio per il diritto allo studio.

La Facoltà pur prendendo atto della difficile situazione economica del nostro Paese ritiene che il sistema universitario non possa essere ulteriormente penalizzato da una diminuzione di fondi da destinare al funzionamento degli Atenei e/o alla promozione e svolgimento della ricerca scientifica. Ciò in quanto la natura stessa dell’istituzione universitaria e la sua missione sociale ne fanno organismo centrale nella promozione della crescita culturale e scientifica del paese, crescita che è un motore indispensabile per realizzare, attraverso l’innovazione e la ricerca di nuove tecnologie, l’improcrastinabile risanamento dell’economia italiana. Sulla scorta di quanto sopra, la Facoltà contesta con forza i recenti provvedimenti governativi che, improntati alla logica dei tagli alle spese (inutili o poco produttive), inserisce il sistema Università fra i destinatari di detti provvedimenti contestandogli la proliferazione dei Corsi di Studio (quale esempio di cattivo impiego di risorse), il basso valore del rapporto laureati/iscritti (quale indice di scarsa produttività), l’elevato rapporto Spesa fissa per il personale/ F.F.O. (quale indice di cattiva gestione delle risorse) ed, infine, l’obiettiva difficoltà che incontrano giovani meritevoli ad inserirsi con ruoli stabili nel campo della didattica e della ricerca scientifica quale conseguenza di una gestione dei concorsi di tipo baronale, nepotistica e lesiva del merito.


In merito alla proliferazione dei Corsi di Studio, certamente negativa nei suoi effetti, la Facoltà rileva che essa è il risultato dell’applicazione del D.M. 509 non adeguatamente guidata a livello ministeriale e, al contrario, notevolmente incoraggiata dalla formulazione del suddetto D.M.; ciò premesso la Facoltà rileva che il fatto non può essere portato quale esempio di cattivo impiego o sperpero di risorse in quanto l’applicazione del D.M. 509 da parte delle Università si è realizzato in regime di risorse economiche decrescenti (cfr. F.F.O. non adeguato alla ridefinizione operata a livello ministeriale delle retribuzioni del personale docente e non docente, alla rideterminazione dell’ammontare degli assegni di ricerca, delle borse di dottorato e, non ultimo, al tasso d’inflazione) e senza alcun incremento di risorse strutturali (aule, biblioteche, laboratori, ecc.).

Nello specifico, nel tempo, la Facoltà ha assistito impotente alla progressiva non restituzione delle risorse in essa liberatesi a seguito di cessazioni.
In questo contesto la Facoltà osserva come i previsti tagli nel F.F.O. da trasferire all’Università, congiuntamente alla limitazione del turn over al 20% delle risorse che si libereranno a seguito di cessazioni e, in aggiunta, vincolato dal fatto che il numero di unità di personale che può essere assunto non superi il 20% di quello cessato, non produce, come si auspica da parte del legislatore, l’effetto di correggere e riqualificare l’offerta formativa, ma quello di svuotare senza possibilità di ricambio gli atenei della loro forza lavoro, sia per quanto attiene la componente docente che tecnico amministrativa, con la devastante prospettiva di portare a cessazione percorsi di formazione e tematiche di ricerca che potrebbero essere strategici nel processo di risanamento economico del paese.
La Facoltà rileva che i tagli all’F.F.O e l’ampio blocco del turn over, ben lungi dal realizzare l’obiettivo governativo del rinnovo dal basso del sistema universitario e del rientro in esso dei tanti brillanti ricercatori che attualmente operano all’estero, produrrà, inevitabilmente, l’allontanamento dei giovani e di tante ottime menti dall’Università italiana e non realizzerà alcun rientro di cervelli.

I tagli all’F.F.O e l’ampio blocco del turn over, a seguito della naturalmente indotta diminuzione complessiva del numero dei docenti disponibili per gli Atenei, sul piano della didattica produrranno inoltre la contrazione della fruibilità dell’offerta formativa da parte degli studenti (eliminazione, a seguito della mancanza dei requisiti minimi, dei corsi duplicati per numero di studenti) e quindi una ulteriore contrazione del diritto allo studio già fortemente limitato dall’applicazione delle norme relative all’attuazione del D.M. 270/04.

I tagli all’F.F.O. e il blocco del turn over realizzerà una ulteriore e drammatica strozzatura nel già angusto percorso che conduce all’inserimento dei giovani nei ruoli stabili della docenza e della ricerca e la progressione nella carriera dei molti e brillanti docenti che attualmente operano nell’università. Tale strozzatura, inevitabilmente, quale che sia il procedimento selettivo adoperato per l’immissione nei ruoli universitari, lascerà fuori dal sistema la stragrande maggioranza dei pur meritevoli aspiranti, amplificando il loro malcontento e la loro sfiducia che oggi si traduce nella affermazione d’esistenza di un sistema di tipo baronale, nepotistico e lesivo del merito.
In considerazione di quanto sopra esposto, la Facoltà esprime il parere che:
- dal d.l. 112 convertito in legge 133 del 6.8.2008 andrebbero eliminate le parti che contemplano i tagli al F.F.O. delle Università e al turn over del suo personale;
- sull’argomento venga aperta una ampia discussione che consenta di elaborare un piano organico di riforma e di rilancio del sistema pubblico delle Università con cui, valorizzando la funzione strategica dell’Università, se ne potenzino le disponibilità di risorse e le possibilità d’intervento finalizzate a fornire contributi alla soluzione della difficile situazione del paese;
- i problemi che investono l’università italiana vengano trattati in un contesto noto e condiviso e non, come oggi fatto, inseriti in logiche di tagli indiscriminati di spesa. In tale contesto, occorre riflettere sulla revisione della Governance degli Atenei, accompagnata dall’istituzione di un adeguato sistema di valutazione delle attività didattiche e della ricerca. Appare altresì indispensabile individuare un nuovo trasparente sistema di reclutamento che fondandosi sulla valorizzazione del merito garantisca la permanenza dei migliori all’interno dell’Università e salvaguardi le specificità delle diverse sedi e la loro vocazione scientifica.
- l’Ateneo adegui le proprie determinazioni programmatiche alle sopra esposte riflessioni ed apra un ampio e partecipato dibattito che permetta di valorizzare ed ottimizzare l’uso delle risorse disponibili.

NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO!

Le leggi 133 e 169 rappresentano un tentativo di distruggere definitivamente il sistema d’Istruzione pubblica italiano: circa 150.000 posti di lavoro tagliati nelle scuole primarie e secondarie, quasi un miliardo e mezzo di euro in meno alla didattica e alla ricerca universitarie, privatizzazioni, numeri chiusi e la certezza di tasse insostenibili. Si risparmia su un settore fondamentale per il futuro del nostro paese e si vuole creare un’università alla portata dei soli ricchi.
Un grande movimento ha detto “NO” a questo attacco senza precedenti al nostro futuro con cortei spontanei, occupazioni e assemblee. Non è che l’inizio! Non ci fermeremo fin quando queste leggi infami non saranno ritirate e non accetteremo alcun compromesso.
Siamo un movimento di studenti, ma non viviamo su un altro pianeta. Molti di noi vivono già una vita fatta di lavori precari e subiscono tutti i giorni lo smantellamento dello stato sociale in corso da almeno 20 anni. Basti pensare ad una cifra sola: in Italia, secondo una ricerca della Banca dei Regolamenti Internazionali, dal 1983 al 2005 i lavoratori hanno perso l’8% del Prodotto Interno Lordo, andati in maggiori profitti (che infatti sono saliti nel periodo dal 23% al 31% del totale). In termini assoluti, si tratta di cifre enormi: l’8% del PIL italiano è, infatti, pari a qualcosa come 120 miliardi di euro.
Oggi ci chiedono di fare ancora sacrifici! La scusa è rappresentata dalla crisi finanziaria internazionale, in realtà crisi dello stesso sistema capitalista: dopo decenni di speculazioni senza regole che hanno ingrassato i portafogli di pochissimi, ci vengono a dire che la crisi che hanno causato loro dobbiamo pagarla noi, gli studenti, i lavoratori, la stragrande maggioranza della popolazione che non arriva alla fine del mese.
Se l’attacco è globale, la risposta deve essere globale! L’attacco a scuola e università rappresenta solo un anello di una catena più grande: da anni si attaccano pensioni, sanità, lavoro, diritti, migranti, cultura… Giocano a tenerci separati per renderci più vulnerabili. A questo si risponde riunendo tutte le lotte in un unico fronte di lotta comune formato da quelli che la crisi non la vogliono più pagare: studenti, precari, disoccupati, migranti, pensionati, famiglie....
E’ arrivato il momento di dire basta! Lotteremo ad oltranza contro il progetto di ridurre la contrattazione nazionale a contrattazione individuale, contro la precarietà per la sicurezza di un lavoro stabile e ben pagato, con la stessa energia, la stessa rabbia, la stessa radicalità che caratterizza la nostra battaglia contro lo smantellamento dell’istruzione pubblica.

Movimento Studentesco Catanese
Contatti: www.movimentostudentescocatania.tk msc@inventati.org www.cittadellainlotta.splinder.com

LA SCUOLA PUBBLICA AL SERVIZIO DELLA SPECULAZIONE PRIVATA??

Ogni onno nelle scuole si tengono delle conferenze dedicata al tema dell’orientamento universitario per le quinte classi. A tenerla sono spesso dei ragazzi rappresentanti di università private di tutt’Italia. L’orientamento, momento fondamentale nella scelta di un’università che determinerà la nostra intera vita futura, viene trasformato dai presidi in una pubblicità chiara e palese ad istituti privati. Sono stati usati forse finanziamenti pubblici provenienti dalle nostre tasche per dar spazio a questa mossa pubblicitaria? O si ricorre semplicemente agli usuali metodi di favoritismo, classici del mondo universitario e lavorativo? L’orientamento, che dovrebbe essere svolto da istituzioni pubbliche disinteressate ai profitti personali, viene strumentalizzato a spese dei giovani ascoltatori che si vedono tra le mani dei moduli con i quali mettersi in contatto con le università in questione; vengono fatte affermazioni chiarissime che inducono a far pensare che le uniche università adatte all’insegnamento siano quelle private.
Si tratta di un palese esempio di come la scuola sia nelle mani dei padroni, sfruttata e strumentalizzata per ottenere favori ed entrare in quel giro di clientelismi che rovinano e compromettono le ammissioni nelle università, le assunzioni lavorative e tutto quel che le riguarda.
Diciamo NO ai giochi di scambio, ai baratti di favori e piaceri che i nostri presidi, i nostri politici, rettori e così via organizzano alle nostre spalle. Vogliamo una scuola ed un’università libera da questo morbo, dove anche chi proviene da famiglie meno abbienti possa accedervi senza raccomandazioni!
Contro la scuola azienda! Contro la scuola dei padroni 10 100 1000 occupazioni!
Collettivo Galileo Galilei

DA FARMACIA A BIOLOGIA UN SOLO GRIDO

DA FARMACIA A BIOLOGIA UN SOLO GRIDO:

FACOLTA’ SICURE PER TUTTI!
BASTA MORTI NELLE NOSTR FACOLTÁ!

QUESTE MORTI LE HANNO SULLA COSCIENZA PROFESSORI, PRESIDI E RETTORI!

Tutti noi conosciamo ciò che è avvenuto a farmacia ed è da anni che gli operatori dei laboratori di farmacia denunciano morti sospette e l’assenza totale di misure di sicurezza, ma nessuno ha mai dato importanza a tutto ciò (non si potevano accusare gran professoroni, il preside di una facoltà così importante, facoltà attorno alla quale girano interessi economici inimmaginabili). Finalmente è scoppiato il “caso farmacia”, ma intanto 15 persone sono morte.
NON VOGLIAMO CHE MUOIA PIU’ NESSUNO PER GLI SPORCHI INTERESSI DI BARONI E RETTORI VARI!
Ciò avverrà solo se TUTTI NOI ALZEREMO LA VOCE E NON PERMETTEREMO CHE LE LACUNE SOSTANZIALI NELLA SICUREZZA DELL’INTERO ATENEO PASSINO INOSSERVATE! Il nostro rettore Tony Recca ad una emittente regionale (l’intervista è stata visibile per dei giorni su unict.it) ha affermato in tutta tranquillità di essere a conoscenza dei fatti di farmacia da più di un anno!! E ci chiediamo: quindi si assume tutta la responsabilità di aver mandato per più di un anno degli studenti, dei ricercatori ecc. in quegli ambienti tossici come una camera a gas!? Non ha pensato che magari da quel momento era responsabile della salute di tante persone quanto il già indagato ex rettore Latteri?! Non ci facciamo prendere in giro ancora, da Latteri a Recca la storia è sempre la stessa: non importa se c’è chi muore, non importa se c’è chi non lavora ed è precario, non importa se non si fa ricerca, non importa se gli studenti non hanno una facoltà in cui studiare, l’importante è avere tanti amici ai quali fare favori e dai quali farsene fare di altri, l’importante è fare il gioco delle case farmaceutiche e quello dei politicanti di turno!! Ma è finito il tempo di tutto questo! GLI STUDENTI DICONO BASTA! L’hanno detto in più occasioni, l’hanno detto il 30 ottobre dello scorso anno in migliaia in piazza, l’hanno detto al rettorato, l’hanno detto e ridetto! Ed è ora di assumersi le proprie responsabilità e lottare ogni giorno! Perché il rettore e i suoi leccapiedi non faranno mai i nostri interessi, i nostri diritti dobbiamo difenderli NOI con i denti!
Noi studenti di biologia (senza una facoltà come gli studenti di farmacia) passiamo molte ore a chimica e matematica dove le condizioni non sono di certo tanto migliori; nessuno o pochi sanno che a matematica ci sono stati alcuni casi di tumore (testimoniati dai parenti delle vittime) le cui cause sono state imputate a non si sa bene quale contaminazione dell’ambiente di lavoro; in pochi si sono accorti che il giorno dopo il sequestro di farmacia sono state chiuse anche due aule di chimica per ragioni di sicurezza. Infatti alcune vasche dell’impianto di scarico di farmacia si trovano sotto le aule di chimica (alcune delle quali interrate –come quelle chiuse misteriosamente-) ed è evidente che decenni di sostanze tossiche siano scese a valle (cioè verso chimica) nel sottosuolo creando un pericolo ecologico non è ancora chiaro di quali proporzioni.
Non vogliamo spargere paura, ma avere garanzie di sicurezza!
Studenti incazzati
di biologia

Con la legge Gelmini la ricerca è in mutande

Giorno 8 gennaio 2009, il decreto a firma Maria Stella Gelmini è divenuto legge. Il procedimento di formazione di questo provvedimento, però, è viziato in origine, infatti lo strumento del decreto legge è previsto dalla Costituzione quale mezzo straordinario da utilizzare in caso di necessità o urgenza. In questi casi il Governo, titolare del potere esecutivo, esercita un potere non suo, quello legislativo di cui è titolare esclusivo il Parlamento, unico organo costituzionale eletto direttamente dal popolo. Mancando i presupposti di necessità o urgenza, i vari decreti Gelmini-Tremonti non potevano neanche essere promulgati.

La legge Gelmini rappresenta un durissimo colpo alla ricerca scientifica, con la liquidazione di un’intera generazione di ricercatori. Un vero olocausto di migliaia e migliaia di persone.

I ricercatori in Italia sono circa 70mila fra pubblico e privato. Oltre la metà di questi è precario.

Il decreto 133 ha tagliato con l’accetta il finanziamento pubblico di un miliardo e mezzo, ha chiuso il già risicato rubinetto delle stabilizzazioni e ha scritto la parola fine sui contratti flessibili.

In queste condizioni, come potrà continuare e reggersi la ricerca scientifica? Nonostante i bassi finanziamenti (tra i paesi dell’Ocse, l’Italia è ultima per investimenti nell’università sia rispetto il Pil che rispetto alla spesa pubblica nazionale) finora si erano mantenuti livelli di eccellenza, ma adesso?

Al danno si aggiunge pure la beffa del trasferimento di finanziamenti specifici dagli enti di ricerca alla operazione-propaganda riguardante l’Ici.

Il Ministro non ha inteso ascoltare i ricercatori, probabilmente la parte più sana dell’Università. In più la legge istituzionalizza la figura del ricercatore a tempo determinato.

I dati recentemente diffusi dal Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca, dimostrano l’aumento del divario tra il livello qualitativo delle Università del Nord e quelle del Sud.

Diciamo basta a queste politiche miopi che non recepiscono la ricerca scientifica come vero volano per l’economia italiana.

Diciamo basta agli Atenei del Meridione sempre in fondo alle graduatorie.


Movimento Studentesco “CittadellainLotta”